Project financing di Engie, tutti i motivi per cui conviene molto più all’impresa che al Comune

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L’intervista a l’Attacco, la scorsa settimana, in cui il Sindaco di Manfredonia Gianni Rotice ha promesso di migliorare la convenzione che legherebbe Engie Servizi spa al Comune sipontino non ha dissipato i dubbi e le perplessità sulla proposta di project financing avanzata dall’impresa. Del resto vale 20 anni e oltre 31 milioni di euro l’operazione relativa all’affidamento in concessione della progettazione definitiva ed esecutiva, del servizio energia e gestione integrata degli impianti termici. L’opposizione, dopo che maggioranza si è divisa e la contrarietà di Forza Italia ha determinato il rinvio del passaggio in aula consiliare, ha evidenziato nuove criticità. Sono quelle depositate in commissione bilancio dal leader della minoranza Gaetano Prencipe, avvocato amministrativista ed ex candidato Sindaco (oltre che primo cittadino nella seconda metà degli anni Novanta).

“La commissione ha fatto propri i miei rilievi e vi ha aggiunto anche alcuni rilievi mossi dallo stesso segretario generale, già formalizzati ai dirigenti preposti”, spiega Prencipe a l’Attacco.

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“A differenza delle prassi amministrative riscontrate in altri contesti, la proposta è presentata con la forma di un semplice studio di fattibilità, senza un previo confronto concorrenziale tra altre proposte. Per questi motivi, negli incontri tenuti dai componenti della commissione bilancio, con la struttura tecnica dell’ente, è stata ribadita la necessità di approfondire i temi della proposta che, giova ricordare, attiene ad un’iniziativa partita e avallata dalla commissione straordinaria ma dalla stessa non portata a termine. Ritengo grave e per molti versi incomprensibile che l'amministrazione ci stia mettendo giusto un anno per portare in aula questo provvedimento, pur sapendo che il contratto in essere con Engie è in proroga dal gennaio 2021. E che il ritardo non fa che ingenerare sospetti su dinamiche che probabilmente ci sfuggono, almeno per ora”.

“Il partenariato pubblico privato è stato pensato dal legislatore soprattutto nel caso in cui occorra trasferire sul privato i rischi della realizzazione di un’opera la cui redditività presenta alti margini di incertezza, come un porto turistico, una funivia, etc.”, puntualizza l’eletto. “Vero è che tale sistema di affidamento è stato molto utilizzato dai Comuni, specie del centro-sud, anche per la gestione degli impianti di illuminazione pubblica. E’ però altrettanto evidente che in tali affidamenti i rischi a carico del concessionario sono molto limitati. Tant’è che nel caso della proposta Engie, l’unico vero rischio che si assume il proponente è il raggiungimento della riduzione del consumo del 60%, peraltro attenuato con la previsione di una serie di circostanze che qualora incidano sul mancato raggiungimento di tale obiettivo devono comunque portare ad un riequilibrio del piano finanziario a tutela dello stesso proponente. Piano che, così come impostato, tollera uno scostamento di appena il 0,5%”. Prencipe sottolinea che le clausole presenti nella convenzione “oltre a rendere incerta l’effettiva convenienza dell’operazione per il Comune, comportano inevitabili più che possibili incrementi annuali dei relativi costi, per cui costituiscono anche una minaccia per la tenuta del piano pluriennale di riequilibrio al quale il nostro Comune è sottoposto”.

“E’ evidente che il concessionario non solo non si assume il rischio di nessuna percentuale di variazione del prezzo dell’energia ma nemmeno della variazione in aumento di tutti gli altri fattori che incidono sul costo del servizio, quali manodopera, materiali, etc. In queste condizioni, è legittimo parlare di trasferimento dei rischi? Riteniamo proprio di no”, continua.

“L’unica vera giustificazione dell’operazione rimarrebbe il finanziamento del costo dell’investimento necessario per la sostituzione dei corpi illuminati, ma sarebbe meglio candidarsi per ottenere tale finanziamento e rinviare la sostituzione con la tecnologia a led al momento in cui l’avremo ottenuto, magari coi fondi del PNRR. Di certo non può essere una giustificazione il fatto che siamo in regime di proroga, visto che bisognava pensarci ben prima della scadenza del contratto con Engie, scaduto nel gennaio 2021. La proposta di PPP risale invece all’aprile successivo”. Per tali ragioni secondo Prencipe “sarebbe stato auspicabile – e forse lo è ancora – rinviare l’investimento per l’applicazione della tecnologia led all’ottenimento di un finanziamento al quale il Comune potrebbe candidarsi e fare una normale gara con sistemi di aggiudicazione più collaudati, come quello con offerte economicamente più vantaggiose, per la sola manutenzione e gestione degli impianti per 2-3 anni, inserendo nella gestione anche la manutenzione degli impianti antincendio, semaforico e di videosorveglianza”.

Quanto al merito della proposta, a detta dell’ex candidato Sindaco “manca uno stato di consistenza attuale degli impianti dal quale poter evincere lo stato di manutenzione ed il funzionamento dei singoli punti luce”.

Engie, già Cofely Italia spa, dal 2011 gestisce questi impianti di pubblica illuminazione: “Una relazione tecnica di questo tipo ci potrebbe far capire anche quali interventi in questi 11 anni siano stati fatti da Engie e qual è la reale situazione attuale degli impianti”.

“Sarebbe poi quantomeno opportuno aggiornare i valori economici del piano finanziario e dello stesso piano di fattibilità prima dell’approvazione della delibera in consiglio e comunque prima della gara, essendo trascorso un periodo di tempo nel quale il costo dell’energia ha avuto un incremento a dir poco eccezionale. Lo stesso valore della concessione non è più quello riportato nella delibera, oltre che nel piano, mentre andrebbe attualizzato all’oggi, ossia al momento dell’approvazione della delibera”, continua. “Occorre rendere più chiaro e trasparente il corrispettivo della concessione”, prosegue l’eletto di opposizione, il quale rileva ancora che “mentre nelle premesse della delibera si afferma che al gestore verranno trasferite tutte “le responsabilità civili e penali derivanti dall’esercizio degli impianti”, nella convenzione non c’è traccia di un’analoga clausola”. Prencipe spiega che “occorrerebbe scrivere chiaramente anche nella convenzione che la custodia degli impianti è affidata al concessionario, che ne risponderà verso chiunque - e non solo verso il concedente e suoi dipendenti, com’è scritto - sia in sede civile che in sede penale in caso di eventuali sinistri”.

“Nella convenzione, bisognerebbe anche rivedere le percentuali sugli incentivi previsti in materia di efficienza energetica, previsti ad esempio per il conto termico al 90% in favore del concessionario, riconoscendo almeno il 50% al Comune o comunque una percentuale maggiore”. C’è da far chiarezza, a detta dell’opposizione, rispetto agli interventi extra-canone e ai punti che riguardano i rischi a carico del concessionario, come pure alla mancanza, nel censimento degli impianti, di comparti come il CA2 e alcuni villaggi turistici. Per Prencipe “si potrebbe inserire nell’oggetto del contratto anche la manutenzione degli impianti elettrici all’interno degli edifici pubblici, scuole comprese”, visto che “ciò non comporterebbe in alcun modo uno stravolgimento della proposta”. Infine, tre ultime questioni.

Zone Transition

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“Occorre specificare qual è la durata naturale delle lampade led, che pare sia 11-12 anni circa. E dopo che succede? Chi paga la sostituzione? E, ancora, non è previsto il maggior costo per la gestione delle manifestazioni organizzate dal Comune. E sarebbe il caso di provare ad innalzare la percentuale di scostamento a una cifra tra l’1 e il 5%, e prevedere che tale meccanismo scatti in favore anche del Comune, in caso di miglioramento dei risultati del piano”.

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