C’erano un centinaio di persone, questa mattina, a presidiare via Siani pacificamente (ma non senza manifesta indignazione) durante la riconsegna delle chiavi di casa da parte di Lucio Marucci, commissario di polizia in quiescenza e presidente dell’associazione Assegnatari alloggi legge Gozzini, destinatario - come altre decine di iscritti alla onlus, ossia vedove e pensionati appartenenti alle forze di polizia - del provvedimento prefettizio di escomio, eseguito nelle scorse ore con un nutrito picchetto di forze dell’ordine, perché non avente più titolo a occupare l’alloggio in quanto poliziotto non più in servizio.
Ciò secondo la ratio applicata dalla Prefettura di Foggia e contestata duramente da Marucci&Co, che con l’associazione sin da gennaio - ovvero da quando sono partite dall’Utg di corso Garibadi le notifiche di rilascio degli appartamenti - stanno dando battaglia giuridico-legale, con decine di ricorsi al Tar, per ottenere il riscatto previo acquisto delle case che hanno abitato per anni e di cui hanno sempre, regolarmente, pagato il fitto.
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Assegnatari ora in uscita che contestano, tra le altre cose, proprio la disapplicazione da parte di Arca Capitanata (che non vuol vendere) della nuova legge regionale in materia, e che perciò preannunciano una chiamata in giudizio nei confronti dell’ente pugliese che amministra il patrimonio di edilizia residenziale pubblica a Foggia e in provincia.
Già lunedì, alla vigilia del suo “sfratto”, l’ex commissario di polizia aveva parlato a l’Attacco di “un vero accanimento vessatorio nei miei confronti, non in quanto Lucio Marucci, perché non voglio fare la vittima, ma contro la nostra associazione che così perde la propria sede, in quanto evidentemente dà fastidio alla Prefettura e ad Arca”.
Oggi, dunque, il primo gesto simbolico forte di Marucci è stato il rifiuto di restituire la chiavi di casa al picchetto d’ordinanza che le gliele chiedeva. “Devono venire i tecnici di Arca per il verbale di rilascio, altrimenti non consegno nulla a nessuno”.
Un atto puramente formale, perché nel frattempo, già domenica, l’ex commissario di polizia ha provveduto autonomamente a liberare la casa di cui era assegnatario, subito dopo che gli era stata comunicata, con scarsissimo preavviso orale, la data dell’escomio “coatto”.
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Ma non per questo il battagliero Marucci ha risparmiato dichiarazioni forti, sostenute dagli applausi degli iscritti, contro il prefetto Valiante; preannunciando, di più, che la lotta della onlus non finirà qui, con future, rilevanti azioni simboliche. E probabilmente anche pratiche, cioè, ancora una volta, con nuovi esposti in sede giudiziaria.