Dalle minacce ad Arevà del funzionario regionale alle irregolarità nell’appalto di Volturara Appula

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"Palesi irregolarità nella gestione di un appalto per un'opera a Volturara di Puglia”. Si fa riferimento anche ad una gara del dissesto idrogeologico nel piccolo Comune dei Monti Dauni all’interno delle denunce sporte dai referenti di Arevà (ex Advenco), la società di ingegneria di Noci, nel Barese, guidata dai fratelli Paolo e Gianmario Conforti.

Denunce che sono all’origine di uno dei filoni dell’inchiesta sugli appalti dell’agenzia regionale Asset, inchiesta che vede indagati l’assessore regionale Gianni Stea, Elio Sannicandro (quale direttore generale di Asset e Soggetto attuatore per il Commissario Straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Puglia), l’avvocato penalista Salvatore Campanelli (come consulente amministrativo e legale nominato per il supporto al Rup per il Fondo di progettazione per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico) e Daniele Sgaramella (funzionario della Regione Puglia, in servizio presso l'ufficio del Commissario Straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Puglia).

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Molteplici le conversazioni registrate dagli inquirenti, tra cui quelle inerenti le presunte minacce. Sgaramella, come funzionario e responsabile unico del procedimento, avrebbe minacciato i referenti di Arevà - impresa incaricata della direzione dei lavori e del coordinamento della sicurezza per l'attuazione del progetto di salvaguardia idraulica dell'abitato, 3° stralcio del comune di Corato – affinchè modificassero artificiosamente il contenuto della relazione a strutture ultimate del 18 gennaio 2018 a firma del direttore dei lavori Gianmario Conforti al fine di far apparire, contrariamente al vero, la cattiva esecuzione dei lavori e la mancata realizzazione di un serbatoio interrato da parte dell’impresa esecutrice, l’ATI Edilizia Italiana Toto srl – Edilrinascita snc.

In particolare, il funzionario regionale e RUP avrebbe detto più volte a Conforti, Trisolini e Latorre (due dipendenti di Arevà) che, qualora la relazione a strutture ultimate non fosse stata modificata nella maniera suggerita, avrebbe “mandato da loro i mafiosi di Bari”, danneggiato economicamente l’impresa e trovato il modo di ottenere la risoluzione del contratto con Arevà. Conforti e Trisolini, nell'espletamento dell'incarico, avevano riscontrato alcune anomalie con riferimento all'affidamento in corso d'opera dell'esecuzione dei lavori a impresa diversa (SO.GE.A.S srl di Scampitella, Avellino) da quella originariamente aggiudicatrice (Edilizia Italiana Toto srl di Trevico, Avellino), per un importo maggiore rispetto a quello che era dovuto per i restanti lavori (circa 100mila euro). La stazione appaltante (ovvero Sgaramella come RUP e il soggetto attuatore, che prima è stato l’ingegnere Antonio Pulli e poi Sannicandro, nuovo capo della struttura commissariale) giustificò il diverso affidamento dicendo che in corso d'opera era venuta a mancare la SOA per Edilizia Italiana Toto srl, circostanza poi contestata da quest'ultima società mediante ricorso giudiziario da cui è emerso che la “mancanza” era stata determinata solo da una problematica tecnica imputabile all'organo certificatore. Per i denuncianti e l’accusa, a distanza di un anno, con l'arrivo di Sannicandro a capo della struttura commissariale, al fine di giustificare tale operazione si era reso necessario attribuire alla Toto srl una cattiva esecuzione dei lavori, affinché le si potesse rescindere il contratto in suo danno. In tale contesto sarebbero maturate le minacce ad Arevà da parte dell’ingegnere Sgaramella, che – si legge nelle carte dell’inchiesta – “nel corso di tutti i lavori aveva sempre cercato di imporre, con ogni mezzo, le sue direttive sia nei confronti della direzione lavori sia dell’impresa appaltatrice”.

Zone Transition

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Dopo la presentazione della relazione avrebbe preteso che la direzione dei lavori omettesse il fatto che Toto srl aveva realizzato un serbatoio interrato e, dopo il rifiuto ricevuto, sarebbero iniziate le ripercussioni. Trisolini ha denunciato di esser stato convocato direttamente presso l'ufficio del funzionario Sgaramella e di esser stato minacciato sia di ripercussioni economiche su Arevà srl sia di ripercussioni fisiche sulla sua persona. Lo stesso Conforti ha dichiarato che, in occasione di una riunione tenutasi presso gli uffici regionali a cui aveva partecipato anche l'avvocato Campanelli, sarebbe stato chiamato in disparte dal legale e minacciato in maniera molto dura. Nell'occasione, Campanelli gli avrebbe detto di avere rapporti con tutta la criminalità barese e che se non avesse provveduto ad accogliere le richieste di Sgaramella, avrebbe chiesto ai “suoi amici mafiosi” di fargli visita in ufficio. Tale fatto si sarebbe ripetuto anche in altre occasioni, in special modo quando erano state mandate note di osservazioni circa altri cantieri di cui  Arevà era affidataria della direzione lavori, note in cui venivano lamentate pressioni di Sgaramella.  Inoltre, presso il cantiere di Corato, Campanelli, gli avrebbe ribadito le minacce fisiche dicendogli che Arevà non doveva in alcun modo opporsi al provvedimento di revoca del contratto di affidamento dell’incarico di direzione lavori notificato da Sgaramella e che era inutile informare la Procura di Bari al cui interno il legale avrebbe asserito di godere di piena protezione.

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