L’ex dipendente ASE Michele Fatone ieri ha scelto di non rispondere alla gip Odette Eronia durante l’interrogatorio in carcere. Ha invece accettato di parlare Michele Romito, finito anch’egli dietro le sbarre dopo l’ordinanza cautelare di Eronia relativa all’inchiesta “Giù le mani” di Procura e Guardia di Finanza. Il pregiudicato Fatone, oggi in pensione, è accusato di concussione, peculato, lesioni, violenza privata, tentata violenza privata, stalking nei confronti di dipendenti e amministratori della municipalizzata che a Manfredonia il servizio di igiene urbana. Mentre Romito, esponente della famiglia dello storico clan mafioso del Golfo (fratello dei boss assassinati Franco e Mario Luciano), è accusato di tentata concussione per le manovre sul Comune affinché non venisse eseguito (come sollecitato dalla Prefettura) lo smontaggio del ristorante “Guarda che luna”, che era situato fino allo scorso anno sulla scogliera in località Acqua di Cristo. Per entrambi gli addetti ai lavori scommettono sulla convalida del fermo in sede di riesame.
Oggi, invece, in Tribunale, sarà la volta degli interrogatori degli altri colpiti da misure cautelari: il 31enne dipendente ASE Raffaele Fatone, finito ai domiciliari per concorso col padre Michele in lesioni e violenza privata a un collega picchiato a luglio 2022; Grazia Romito, sorella di Michele, ai domiciliari per concorso in falso perché, dopo l’interdittiva antimafia alla propria impresa di onoranze funebri, si è avvalsa di un prestanome per la nuova impresa Santa Lucia, da lei di fatto gestita; l’avvocato penalista 43enne Angelo Salvemini, ex assessore comunale e il più votato alle comunali del 2021, oggi ai domiciliari perché accusato di concorso in falso con Grazia Romito, concorso in tentata concussione con Michele Romito, e di corruzione; il foggiano Luigi Rotolo, cui è stato imposto il divieto di dimora a Manfredonia, amministratore unico della Santa Lucia, indagato per concorso in falso; l’ex segretaria comunale Giuliana Galantino, lucerina, interdetta per un anno dai pubblici uffici, indagata con Salvemini per corruzione.
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Indagati a piede libero per false dichiarazioni ai pm Roberto Galli e Giuseppe Mongelli sono il comandante della polizia municipale Vincenzo D’Anzeris e il funzionario dell’ufficio tecnico comunale Francesco Borgia. Nei prossimi giorni saranno depositati i ricorsi al giudice del riesame contro le misure cautelari disposte sabato scorso.
Intanto emergono nuovi particolari inquietanti dalle 190 pagine dell’ordinanza della gip, che rafforzano presso gli inquirenti l’idea di un ruolo tuttora centrale di Michele Romito nel Golfo. Già a seguito della maxi operazione antimafia Omnia Nostra del 2021 la DDA barese aveva maturato il convincimento che l’uomo non si limitasse a fare l’imprenditore ma che restasse punto di riferimento e snodo centrale, personaggio cui in tanti continuavano quantomeno a rivolgersi confidando nel potere del suo nome. Dà ora ulteriormente da riflettere quanto raccontato agli inquirenti da alcuni dipendenti di ASE spa. “La causa di tutti i problemi del personale ASE si chiama Michele Fatone, soprannominato Racastill, un malavitoso, un uomo che ha sempre risolto i problemi all’interno dell’azienda con la violenza, con le minacce e in molte occasioni arrivando ad esercitare violenza fisica come è successo al mio collega Daniele Carmone, preso a botte da Michele e Raffaele Fatone sul posto di lavoro. Ha sporto dunque denuncia ai Carabinieri nei loro confronti e poi l’ha tolta perché Michele Fatone ha fatto intercedere una persona molto influente a Manfredonia: Michele Romito, il noto personaggio di Manfredonia”, ha affermato un dipendente ASE agli investigatori. Vi sarebbe stato, quindi, “un presunto intervento risolutivo di Romito”, che si sarebbe speso “come mediatore”, annota la gip. Una circostanza riscontrata: con sentenza del 2020 fu archiviato dal giudice di pace di Manfredonia il procedimento penale instaurato da Carmone nei confronti dei Fatone per la remissione della querela da parte della persona offesa, fatto che fece estinguere il reato.
Fatone è stato descritto dai colleghi - che hanno ammesso agli inquirenti minacce, violenze e intimidazioni subite - come “un uomo pericoloso e violento”, che “faceva il vigilatore” ed era “il sindacalista di maggioranza Uil in azienda, quindi decideva tutto lui”. I colleghi di Racastill hanno pure spiegato a chi indagava tutto il proprio timore al pensiero che l’amministratore unico Raphael Rossi sarebbe andato via (come è avvenuto con la nomina del nuovo cda da parte del sindaco Gianni Rotice), sottolineando “tutto ritornerà come prima e questo soggetto, Michele Fatone, ci farà patire nuovamente le pene dell'inferno”. Quanto all’intercessione che vi sarebbe stata da parte di Romito, il dipendente che ne ha parlato ha detto che “si vociferava nell’ambiente di lavoro”, dunque affermando di non averlo appreso direttamente da Carmone.
Zone Transition
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Di Romito parla anche Fatone in una conversazione intercettata dopo il pestaggio con cui mandò in ospedale il collega Domenico Manzella. “Perché si è rotto sto coso? Per colpa di Romito! Perché chi è…è venuto davanti a me cinque volte ‘meh Miche’, fagli passare il livello (la progressione interna aziendale, ndr)…e Michele l’accontentava…Michele…me la vedo io”. E poi Michele Fatone ha aggiunto: “Hai capito bene…fai…io so Michele Romito che lui è venuto a rompere il cazzo a me e glielo…gliel’ho detto…ha detto ‘no me la vedo io dopo’…veditela tu adesso...lui me l'ha domandato cinque volte...ho detto sempre di no no no o no… ‘e meh Michele fammi il piacere a me’…e va bene, faccio il piacere a te e va bene…l’ho fatto passare”. “E adesso rompe il cazzo”, la risposta dell’interlocutore di Fatone.