Wikimafia, il report dell’organizzazione boccia il centrodestra

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E’ opinione condivisa la scarsità di contenuti quanto a proposte programmatiche messe in campo durante questa campagna elettorale da candidati e relativi partiti in corsa alle politiche del 25 settembre. Uno dei temi cari alla Capitanata è quello della lotta alla mafia: neppure questo argomento, tranne qualche rara eccezione, ha trovato soddisfazione in conferenze stampa e comizi elettorali, nessuna eccezion fatta per i candidati di Camera e Senato nei collegi del nostro territorio.

Interessante, in quest’ottica, il report di oltre 30 pagine “La mafia ignorata – L’antimafia nei programmi dei partiti alle elezioni politiche 2022” (a firma di Pierpaolo Farina) stilato da wikimafia.it, autorevole organizzazione no profit con sede a Milano, che ha deciso di analizzare i programmi dei principali partiti politici, eventuali candidature “simboliche” messe in campo e la frequenza con cui i loro leader parlano di mafia.

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Per stilare il giudizio finale sull’impegno antimafia di ciascun partito WikiMafia ha adottato i seguenti parametri: spazio dedicato alla lotta alla mafia nel programma (max 10 punti); proposte contro dimensione europea e sovranazionale delle mafie (max 10 punti); proposte mirate alla tutela e al potenziamento della legislazione antimafia vigente (max 30 punti); proposte mirate alla diffusione di una cultura antimafia nella società civile (max 10 punti); candidature di “esperti antimafia” (max 10 punti); attenzione dei leader al tema in campagna elettorale (max 40 punti).

Le conclusioni di questa analisi sono purtroppo abbastanza scontate.

Secondo l’organizzazione ‘no profit’: “La mafia è ignorata come principale emergenza dell’Italia dalla stragrande maggioranza dei partiti. Questo non significa che gran parte della politica italiana sia collusa: semplicemente non ha sviluppato una particolare sensibilità al tema, anzitutto per mancanza di formazione specifica. A nostro giudizio – continua il report di Farina - la colpa non è da individuare solamente nei politici che si presentano alle elezioni, ma anche nella capacità del movimento antimafia di far comprendere negli ultimi quarant’anni quanto il tema della lotta alla mafia sia strettamente interconnesso alle principali battaglie per i diritti civili, politici ed economico-sociali. La stessa proliferazione delle organizzazioni mafiose nel nord Italia con le proprie imprese non dipende tanto e solamente dalla loro capacità di infiltrazione, quanto anzitutto dalle culture imprenditoriali che hanno una concezione dell’impresa finalizzata solo al profitto”, afferma Farina nel passaggio iniziale del capitolo conclusivo.

L’analisi di WikiMafia, dunque, boccia la coalizione di centrodestra definendola “largamente deficitaria sulla lotta alla mafia”. Nello dettaglio partitico, il programma elettorale “antimafia” di Fratelli d’Italia, per esempio, “risulta molto generico e non adeguatamente dettagliato. Nelle 40 pagine presentate - riporta la ricerca -, la parola ‘mafie’ compare una sola volta, a pagina 31, e non ha nemmeno un capitolo a sé dedicato […] Analizzando invece il profilo Twitter di Giorgia Meloni per parole chiave, i termini ‘mafia’ e ‘mafie’ non vengono mai utilizzati da quando sono state sciolte le Camere. Giorgia Meloni preferisce usare la parola ‘criminalità organizzata’ […] Parola che viene usata un’altra sola volta, il 7 agosto, in relazione all’immigrazione illegale”.

Il voto finale di Farina per FdI è “non classificato”, perché “non dedica praticamente spazio ai temi della lotta alla mafia”.

Stesso giudizio per Noi Moderati (che “non contempla alcuna proposta concreta sul tema nelle 22 pagine del proprio programma”) e per Forza Italia (che “nel suo programma indica solamente a pagina 10 un generico impegno contro ‘tutte le mafie’” e sul quale partito, per WikiMafia, “vale la pena ricordare che Marcello Dell’Utri, co-fondatore di Forza Italia, è stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa: su di lui né i dirigenti di Forza Italia, né Silvio Berlusconi, né tanto meno gli alleati, hanno mai deciso di prendere le distanze”).

A proposito di alleati, ampia insufficienza (voto 3 nella griglia di valutazione) alla Lega di Matteo Salvini che “ha il merito di avere un capitolo dedicato all’Antimafia nel proprio programma, ma le proposte contenute all’interno sono nel complesso abbastanza generiche e, nei casi analizzati, addirittura deleterie per un’azione incisiva contro la mafia. Il leader Matteo Salvini – per Pierpaolo Farina - non pone il tema al centro della sua comunicazione in campagna elettorale”.

Un po’ meglio il centrosinistra.

Poco più della sufficienza per il Pd perché “nonostante il programma sia ben articolato e puntuale (complessivamente vale un 9 e mezzo), la scelta di Enrico Letta di non comunicare affatto agli elettori cosa pensa il Partito democratico sulla lotta alla mafia penalizza fortemente il Pd”. Nella coalizione “progressista” spicca in positivo invece, per WikiMafia, l’alleanza Verdi-Sinistra (voto 8 e mezzo) per aver “un buon programma su questi temi, che risulta complementare a quello del Pd per una maggiore attenzione al tema della criminalità ambientale, con conseguente tutela dell’ambiente e del paesaggio dal solito triangolo mafia-politica-imprenditoria”. Non classificati, invece, Impegno Civico e +Europa per scarsità di attenzione all’antimafia nella comunicazione politica.

Così come “gravemente insufficiente” è ritenuta l’attenzione dedicata pubblicamente al tema da parte dei leader del Terzo polo, rispettivamente Carlo Calenda di Azione e Matteo Renzi di Italia Viva.

Il Movimento 5 Stelle viene premiato con un voto che sfiora il 9 perché “ha schierato in posizione eleggibile sia l’ex-procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho, sia l’exprocuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, nonché Dario Vassallo, fratello di Angelo, sindaco di Pollica ucciso dalla camorra, alla cui marcia nel 12° anniversario della morte ha partecipato anche il leader Giuseppe Conte”. L’ex premier, per WikiMafia, “a differenza di tutti gli altri leader fin qui esaminati, ha posto il tema della lotta alla mafia al centro della sua comunicazione durante la campagna elettorale. Significativo – motiva l’autore del report - è che sia stato l’unico leader tra i partiti principali dati sopra al 10% a commentare le motivazioni dell’appello della Trattativa Stato-Mafia, addirittura scrivendo una lettera ad un giornale. Per quanto riguarda il suo profilo Twitter, il tema ha una copertura adeguata, sia in occasione degli anniversari, sia in occasione di inchieste giudiziarie”.

Vince il titolo di partito più dedito all’antimafia Unione Popolare di Luigi De Magistris (voto 9) “perché il programma sui temi della lotta alla mafia è un buon programma, che riesce nel complesso a toccare i principali punti caldi del fenomeno. Manca un’attenzione alla sua dimensione europea e sovranazionale, ma è compensata dallo sforzo continuo di far passare queste tematiche all’elettorato e nell’opinione pubblica da parte del suo leader”.

Zone Transition

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Da segnalare, infine, i candidati pugliesi (e di Capitanata) che, insieme ad altri 150, hanno aderito alla call to action “Parlate di Mafia!” lanciata sempre da WikiMafia (consultabile sul sito e sui social): Di Stadio, Palieri, Del Sordo (Unione Popolare); De Giglio, Marrazzo, Giuliano, Urso, Donno, L’Abbate, Naturale, Dell’Olio, Mandoi, La Ghezza (M5S); Bonelli (Verdi-SI); Lattanzio (Pd); Faro (Impegno Civico).

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