E’ l’ultima procedura in ordine di tempo a finire “nel cestino”, quella relativa alla riqualificazione di viale Pinto bandita dal Policlinico Riunti di Foggia, tra le quattro che a inizio 2020, prima dell’imperversare della pandemia, erano state attenzionate dalla magistratura. Fece scalpore l’iscrizione nel registro degli indagati del superman della sanità pugliese, l’allora direttore generale Vitangelo Dattoli; con lui dirigenti della tecnostruttura, professionisti e imprenditori esterni all’ospedale. Quattro, come detto, le gare: il partenariato pubblico privato per l’efficientamento energetico di alcuni edifici, l’intervento di riqualificazione di viale Pinto, il recupero di 8 sale operatorie, l’elitrasporto organi.
L’esito delle indagini su quest’ultima è ormai noto, Dattoli, il potente manager del Policlinico Riuniti di Foggia, finì agli arresti domiciliari (poi revocati) con altre 4 persone: i reati contestati, a vario titolo, furono turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Gli altri arrestati (oggi tutti liberi) furono Costantino Quartucci, direttore dell'area patrimonio del Policlinico, Roberto e Roberta Pucillo (padre e figlia), titolari della Alidaunia e Antonio Apicella, cognato di Pucillo.
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Secondo la ricostruzione della Procura, Dattoli e i rappresentanti ufficiali dell’ospedale avrebbero “creato con i Pucillo (per lo più, con l’intermediazione di Apicella, medico in pensione particolarmente inserito nel tessuto politico e sociale della città dauna) una ‘corsia parallela riservata’ volta a rendere Alidaunia la società ‘predestinata’ ad aggiudicarsi le gare, all’insaputa dei suoi futuri o attuali concorrenti”. Corsia, questa, secondo l’accusa “costellata di discovery indebite, di raccolta e recepimento di bozze di capitolati o di controdeduzioni agli argomenti degli ignari competitors, nonché di suggerimenti alle stazioni appaltanti volti, in un primo momento, a pilotare la composizione delle commissioni di gara e, successivamente, a condizionare l’operato dei commissari. Con ciò suggellando un’alleanza ‘contro natura’, la quale, pur non sfociando in una decisione favorevole ai ‘predestinati’, avrebbe, comunque, minato alle fondamenta e alterato l’intero corso delle gare attenzionate”.
A breve i giudici, concluse le indagini, decideranno se rinviare a giudizio o meno gli indagati. Rientrano in quello che successivamente è stato identificato come un secondo filone, le altre tre procedure, le quali indipendentemente dagli esiti delle indagini, sono praticamente naufragate per altre ragioni.
E’ il caso delle 8 sale operatorie, le “famose” strutture del plesso maternità, progettate negli anni 2003/2004, i cui lavori, per la realizzazione, sono stati completati nel 2010. Quel comparto operatorio è rimasto inattivo e non funzionante fin dalla data della sua realizzazione, questo per assenza del finanziamento necessario all’acquisto di tecnologie ed apparecchiature elettromedicali indispensabili per il suo funzionamento nonostante le continue richieste avanzate alla Regione Puglia. Successivamente all’epoca della progettazione, e comunque, ad avvenuta ultimazione delle opere di realizzazione, sono state emanate nuove norme tecniche, tra cui le Linee Guida Ispesl del dicembre 2009, concernenti gli standard di sicurezza e di igiene nei reparti operatori, che hanno reso necessaria la redazione di un progetto di aggiornamento per la riqualificazione ed attivazione delle stesse. Nel 2019, con Vitangelo Dattoli alla direzione generale, l’Azienda ha approvato il progetto esecutivo e avviato la procedura per l’affidamento dell’appalto. A giugno scorso la gara è stata revocata, ufficialmente per mancanza di fondi, causata dalla sopraggiunta pandemia. La procedura per la revoca partì dopo l’avvio delle indagini della magistratura.
Nei lunghissimi mesi di indagine, gli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari avevano acquisito, tra i milioni di files dei pc e cellulari, anche diverse mail inviate da Dattoli a dirigenti dei privati, i curricula degli ingegneri incaricati delle progettazioni (non indagati) e notizie relative alle ditte che hanno partecipato alle gare. Nomi che peraltro ricorrono anche in altre procedure. Uno ad esempio era un membro della commissione istituita dal dg per valutare i progetti di partenariato per l’efficientamento energetico dell’ospedale. L’ingegnere però a febbraio 2020 aveva rinunciato in modo irrevocabile all’incarico.
Di quel project financing si sono perse però le tracce. Nel 2018 venne revocata in autotutela dall’Azienda una prima procedura (perché era stato accertato un disequilibrio economico e prestazionale) ma a parte gli atti per la liquidazione dell’attività dei consulenti, non si conoscono progressi.
La firma di un altro tecnico esterno è invece in calce al progetto esecutivo dei lavori di riqualificazione di viale Pinto, approvato nel novembre del 2019, gara che è stata archiviata proprio in questi giorni dal commissario straordinario Giuseppe Pasqualone (subentrato dopo le dimissioni di Dattoli, ndr). Anche in questo caso le ragioni della scelta hanno a che fare con difficoltà di natura economica, Covid e guerra in Ucraina avrebbero fatto lievitare talmente tanto i costi da rendere il progetto non più realizzabile.
Sia come sia, ciascuno degli interventi, sulla carta essenziali per migliorare l’offerta di salute del Policlinico, non è andato a buon fine.
Sarà una coincidenza il fatto che tutte le gare in questione erano finite sotto la lente d’ingrandimento dei giudici? Al quesito non vi è una risposta certa. Resta ora da capire che ne sarà dei servizi in sospeso. C’è poi il nodo di viale Pinto: esclusa la possibilità che diventi una piazza pedonale moderna e fruibile, resterà ancora nella disponibilità dell’ospedale? O potrebbe tornare carrabile?
Zone Transition
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Va infatti ricordato che l’allora Sindaco Franco Landella firmò un protocollo con l’Azienda ospedaliera per cedere viale Pinto, nella prospettiva che diventasse quella cerniera attrezzata, pertinenza del Policlinico, pianificata nel progetto.