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Ha guidato per oltre 900 chilometri in preda a un rancore contro quella donna la cui unica “colpa”, nella sua visione distorta dei rapporti umani, è quella di volersi separare da lui e rifarsi una vita “al nord”.
Costanzo Carlone, 54 anni e mai un guaio con la legge, si è messo in macchina verso l’una del pomeriggio di mercoledì 2 marzo. E’ partito da Bari, la sua città. Ha percorso quasi un migliaio di chilometri al volante fino a Limbiate, in provincia di Monza. Ha con sé un coltello a serramanico.
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All’arrivo, nel cuore della notte, si è appostato sotto casa della moglie, la 50enne Maria Tisti, originaria di San Severo, e ha messo in pratica il suo proposito omicida. Ha aspettato che uscisse per andare a lavorare, l’ha colta alle spalle, accoltellata alla schiena e al capo. Sono le quattro del mattino di giovedì 3 marzo. Pochi minuti dopo i carabinieri del comando provinciale di Monza gli sono già addosso: ha le mani ancora sporche di sangue.
L’unico elemento di questa vicenda che si discosta dal copione purtroppo classico del femminicidio è che Maria non muore. I medici la portano in codice rosso all’ospedale. Fino a giovedì la prognosi era ancora riservata, ma stando a quanto riferito dai carabinieri è stata dichiarata fuori pericolo di vita.
Tra i due, secondo quanto riferito, è in corso una separazione legale. Ed è forse la richiesta di ratificare nero su bianco la fine della loro relazione che ha acceso i propositi dell’uomo, stando alle prime ricostruzioni dei carabinieri.
Arrivato a notte fonda, si è appostato sotto casa della vittima, in un parcheggio pubblico. Quando l’ha vista, è scattata la trappola e l’ha colpita con diverse coltellate. Le grida, però, hanno svegliato un inquilino della zona che ha avvisato il 112.
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L’arrivo tempestivo dei soccorsi e la corsa a sirene spiegate all’ospedale hanno salvato la vita a Maria Tisti. Costanzo Carlone, invece, è stato portato in caserma per i primi accertamenti e poi condotto in carcere, con l’accusa di tentato omicidio.
(fonte: Corriere della Sera)
