Roccella, la candidata antiabortista di FdI. Donne in Rete: “C’è davvero da allarmarsi per tali posizioni”

La sfida in questi giorni è sostanzialmente a distanza, con zero contatti soprattutto tra gli ultimi tre che chiaramente sono i maggiori favoriti in una competizione che si sta giocando anche sul piano ideologico e sull’analisi delle dichiarazioni su temi di carattere generale. Ma se l’ingegnere e senatore Pellegrini e l’avvocata Lucianetti sono personaggi noti nel panorama politico di Capitanata, le maggiori curiosità si riversano sulla 69enne originaria di Bologna, già sottosegretaria alla Salute per due anni, dal 2009 al 2001, con il governo Berlusconi, dopo essere stata eletta deputata nel 2008 e poi anche nel 2013.

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Figlia di Franco, uno dei fondatori del Partito Radicale, la carriera politica e sociale di Roccella è stata piuttosto eterogenea, con una costante attività da femminista anche come leader del Movimento di Liberazione della Donna.

In gioventù ha addirittura appoggiato l’aborto, così come sostenuto battaglie come la violenza sulle donne e le pari opportunità. Nel 1975 ha pubblicato il libro “Aborto: facciamolo da noi”.

Ma se queste sono informazioni facilmente reperibili in Rete, è evidente che non tutti gli elettori hanno tempo e voglia di cercare chi sia una delle candidate di punta del centrodestra in Puglia, inserita in un contesto rispetto al quale è completamente estranea, così come nei collegi plurinominali di Gela in Sicilia (dove però ha trascorso l’infanzia) e Rossano in Calabria, sempre alla terza posizione del listino.

In effetti nell’elettorato foggiano sono in pochissimi a conoscere Roccella, che ci ha pensato da sola a “presentarsi” con alcune dichiarazioni che hanno fatto saltare dalla sedia diversi esponenti della sinistra di Capitanata e che sono state riconfermate ieri anche al giornale ultracattolico Tempi.  Ma l’innesco è partito dall’ormai dall’ormai famoso confronto a due, di qualche settimana fa, con l’ex presidente dela Camera Laura Boldrini.

"Io sono una femminista e quindi non ho mai considerato l'aborto un diritto”, ha affermato Roccella, “mentre lo considero il lato oscuro della maternità e questa non è mai entrata nello spazio pubblico. Sul tema c’è una lacuna politica”.

Tali argomentazioni erano state già commentate negativamente una settimana fa dal vicepresidente Pd della Regione Raffaele Piemontese, candidato nell’altro collegio uninominale foggiano, durante l’incontro con i civici di Capitanata a Lucera, e successivamente sono arrivate le critiche di Stefania Russo, candidata alla Camera per Sinistra Italiana nel collegio plurinominale, durante il confronto politico organizzato lunedì scorso dalle associazioni studentesche del capoluogo.

Sulla presenza di Eugenia Roccella come concorrente sul territorio interviene ora anche Maria Teresa Santelli, coordinatrice del gruppo 194/78 dell’associazione “Donne in Rete” che da anni si batte affinché la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza venga applicata nella sua interezza, a tutela del diritto all’autodeterminazione delle donne.

“Conosciamo Roccella da tempo”, dice in premessa Santelli a l’Attacco, “e le sue posizioni sono note. Oggi la ritroviamo candidata, guarda caso con Fratelli d’Italia, qui a Foggia, un po' alla chetichella. Come Donne in Rete siamo molto preoccupate, ancora di più dopo le sue dichiarazioni espresse sul tema dell’aborto. Sapere che si moltiplicano le posizioni degli antiabortisti e dei pro-vita per noi è sempre un pugno nello stomaco ed è qualcosa per cui c’è veramente da allarmarsi”.

Una preoccupazione rafforzata anche dalle criticità che l'associazione e questa testata hanno più volte evidenziato rispetto alla situazione al Policlinico Riuniti di Foggia, nel quale si fa sempre più fatica a reclutare ginecologi non obiettori e di conseguenza a erogare con continuità le prestazioni.

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“La nostra è una situazione altrettanto critica”, aggiunge Santelli, “rispetto a quella delle Marche, di cui si è parlato di recente. Eppure la Puglia sembra che non esista. Il rischio ora è quello di mandare in fumo decenni di battaglie e di conquiste per i diritti delle donne”.

Cinzia Celeste e Riccardo Zingaro