Atmosfera magmatica a Manfredonia, dove si diffonde sempre più – nei partiti e nella comunità - la sensazione che stiano per saltare le elezioni comunali dell’8 e 9 giugno prossimi. Troppo pesanti i risvolti connessi a Palazzo di città dopo l’inchiesta di Procura di Foggia e Guardia di finanza denominata “Giù le mani”, che ha portato a misure cautelari per sette persone tra cui l’ex assessore ed avvocato Angelo Salvemini (domiciliari), Michele Romito (carcere), Michele Fatone (carcere), Raffaele Fatone (domiciliari), Grazia Romito (domiciliari), Luigi Rotolo (divieto di dimora) e l’ex segretaria comunale Giuliana Galantino (interdizione dai pubblici uffici e servizi per un anno). Tre filoni di indagine e svariati reati contestati a vario titolo: estorsione, concussione e corruzione, peculato, falso, lesioni personali, minacce e violenza privata. Sono attesi per lunedì prossimo gli esiti dei ricorsi al tribunale del riesame di Bari contro le misure cautelari. Dal M5S al Pd, al centrodestra, si rafforza, ora dopo ora, il convincimento che nei prossimi giorni verrà annunciata una nuova commissione di accesso come già avvenne anni fa portando nel 2019 allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Ne è una conferma la paralizzata attività di preparazione della campagna elettorale: è ormai tutto fermo rispetto alla scelta di candidati sindaci e coalizioni. Tra gli stessi dem del consigliere regionale ed ex sindaco Paolo Campo si attende l’ufficialità dell’iter di accesso, dopo la richiesta avanzata in tal senso dalla commissaria Rachele Grandolfo al prefetto di Foggia Maurizio Valiante e il successivo colloquio di quest’ultimo col Viminale.
Il Pd aveva individuato, da ultimo, una donna come potenziale candidata sindaca: la professoressa di lettere Annarita Attanasio, docente in un istituto scolastico superiore e amica di lunga data dei Campo, parte integrante dei dem del Golfo. un’ottima persona, assicura chi la conosce.
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Sarebbe stata un’operazione molto simile a quella che a Foggia condusse lo scorso anno il campo largo a scommettere sulla provveditrice agli studi Marida Episcopo, attuale sindaca. Ma il corso degli eventi rende, a quanto pare, superata la necessità di prepararsi alle urne. Tutti gli addetti ai lavori e gli inquirenti sono certi che il polverone scoperchiato finora rappresenti solo l’inizio, la punta dell’iceberg.
Com’è noto, il fil rouge dei tre filoni di “Giù le mani” è Salvemini, che nel 2021 fu il più suffragato e che è accusato di concorso in falso con Grazia Romito, concorso in tentata concussione con Michele Romito, e di corruzione. Stando ai beninformati, nell’interrogatorio fiume davanti ai pm Roberto Galli e Giuseppe Mongelli Salvemini avrebbe dapprima pianto e poi inveito contro il concittadino Galli, buttandola in politica. Questo perché il giovane magistrato è fratello della moglie del deputato Pd Michele Bordo. Stando a quanto trapela, Salvemini si sarebbe spinto a fare insinuazioni tirando in ballo anche un’altra inchiesta di cui Galli è titolare, quella di gennaio scorso sul traffico di droga che vede come indagato lo zio di Salvemini Damiano D’Ambrosio, ex assessore ed ex dem. Chi si trovava in tribunale mentre si svolgeva l’interrogatorio assicura di aver sentito le urla a metri di distanza.
Proprio Salvemini fu protagonista di un’altra vicenda che, al pari del ristorante “Guarda che luna” di Michele Romito, determinò lo scorso anno la guerra col sindaco Gianni Rotice: il mega appalto della pubblica illuminazione. Ebbene, secondo le indiscrezioni, gli inquirenti starebbero esaminando pure quel caso rovente, che vide Salvemini andare su tutte le furie e lasciare la giunta dopo la decisione di Rotice di dire addio alla proposta di finanza di progetto ventennale avanzata da Engie Servizi spa.
Ma non è tutto, perché un altro fascicolo sarebbe stato aperto dopo la denuncia arrivata in merito al cimitero, settore che era di competenza di un altro assessore che poi ruppe con Rotice, Libero Palumbo.
Nel 2023 fu indetta la gara, svolta tramite la CUC Tavoliere, per l’affidamento dei servizi cimiteriali. Partiva dall’importo di 3.250.807,25 euro, rup l’ingegnere Giampio Giuliani. Ci furono tre operatori economici: la leccese Notaro Group Servizi srl, la torinese Barbara B scs e il raggruppamento temporaneo di imprese formato dalla barese Meit Multiservices srl e dalla mandante Ariete società cooperativa di Modugno. A gennaio scorso fu la rti a vincere e vi sarebbero collegamenti locali.
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C’è chi scommette su prossime ordinanze in arrivo relativamente a tali due vicende.