Articolo 32 della Costituzione Italiana: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Calpestare la Carta Costituzionale non fa più notizia, ormai. Questo accade ogni qualvolta un servizio sanitario è negato ai cittadini. Se le “vittime” sono minori disabili, il dato è tratto.
Dal 1 aprile, nel Servizio di Riabilitazione Ambulatoriale dell’ASL Foggia di San Severo non vengono più assicurate le terapia di riabilitazione dei disturbi del neurosviluppo. Perché? Sono scaduti i contratti a tempo determinato dei neuropsicomotricisti impiegati in tale centro.
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“Il servizio è deficitario da anni, non c’è personale a sufficienza per somministrare le terapie ai bambini dall’età prescolare fino all’adolescenza, con Autismo, neurodiversità, sindrome ADHD o BES. Il Servizio di Riabilitazione Ambulatoriale dell’Asl Foggia ha finito di fare violenza sulle famiglie. Dopo il Covid-19, i bambini hanno fruito solo di tre quarti d’ora di terapie, una volta a settimana. Anche se non sufficiente, c’era comunque una continuità che ora è venuta a mancare. Per tutto ciò dobbiamo dire grazie alla Direzione Generale dell’ASL FG e al suo direttore Vito Piazzolla. Non hanno rinnovato i contratti ai terapisti del Centro di riabilitazione, creando un danno alle famiglie incredibile”, dichiara a l’Attacco Elvira De Santis di Autismosansevero.
Il Servizio copre non solo la città di San Severo ma anche molti centri della Capitanata.
“Potevano rinnovare i contratti ai terapisti fino all’espletamento del concorso per l’assunzione definitiva di personale specializzato. Questo non è accaduto, il servizio è stato sospeso e, di conseguenza, è stato violato il diritto costituzionale alla cura. Parliamo di bambini in fragilità - specifica Elvira De Santis, che continua - la prima violenza è fatta dalle istituzioni. La superficialità, il lassismo e l’apatia con cui stanno gestendo questa situazione è assurda”.
Continua la presidente di Autismosansevero: “Le famiglie e i loro figli sono violentati nel loro diritti. Il servizio è già deficitario alla base, visto che ci sono tre anni di attesa per entrare nei programmi di riabilitazione, quando sappiamo bene che questi interventi vanno fatti in età prescolare per avere dei ragazzi con un minimo di autonomia. Il metodo ABA (Applied Behavioral Analysis) prevede 40 ore settimanali. La Regione Puglia concede tre quarti d’ora a settimana. Chiedo immediatamente il ripristino del Servizio. Come Autismosansevero scriveremo al Prefetto di Foggia, al Garante Nazionale per i Diritti ai disabili e alla Corte Costituzionale. Questi bambini già non hanno niente, hanno tolto loro la dignità”.
A fargli eco è Raffaele Bentivoglio, coordinatore nazionale delle Politiche Sociali del Movimento Italiano Disabili. “Potevano fare la proroga del contratto invece di interrompere il servizio. I ragazzi con disabilità vengono penalizzati dall’ASL Foggia. Il Direttore Sanitario Antonio Nigri perché non è intervenuto per prevenire questa situazione? Il sindaco Francesco Miglio cosa ha fatto in merito?”, si domanda Raffaele Bentivoglio, che dichiara a l’Attacco che il Movimento Italiano Disabili chiederà all’ASL Foggia di ripristinare immediatamente il servizio o scriverà una missiva al Prefetto di Foggia per informarlo del disagio subito dalle famiglie.
Queste ultime, accusato il colpo, si stanno costituendo nel “Comitato Genitori del Centro riabilitazione di via Leuzzi a San Severo”, a cui hanno già aderito trenta famiglie della città e dei paesi limitrofi. “I bambini stanno soffrendo, vogliono andare dalla loro dottoressa. Loro sanno quando hanno la terapia. Non portarlo è una violenza. Per noi genitori è un dolore. Questo distacco brusco dalle terapie elimina tutti i nostri equilibri. Non possono essere tolte d’improvviso. Ci vuole personale a sufficienza per gestire tutti i casi presenti, che ne sono sempre di più. Devono darci immediato ascolto. Le famiglie e i bambini stanno soffrendo, il morale è a terra. Siamo arrabbiati e delusi. Piangiamo tutti i giorni. Ci chiediamo perché non possiamo avere quello che è un nostro diritto”. Sono le parole di una mamma del Comitato, che non ha voluto che il suo nome fosse reso pubblico e che chiameremo Maria.
“Il Comitato è nato per far sì che il diritto costituzionale alla salute sia tutelato. Vogliamo denunciare un’ingiustizia, un inadempimento nei confronti dei bambini con fragilità che sono stati bruscamente privati delle loro terapie psicomotorie - dice Maria, che continua - nonostante i miglioramenti ottenuti, se le terapie vengono interrotte possono provocare una regressione nei bambini”.
Zone Transition
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La terapia serve ad aiutare i bambini a tirare fuori le loro emozioni. Prima il Covid-19 poi la carenza di personale, alle famiglie è stata data la possibilità di fare una sola terapia a settimana, invece dei 3 o 4 incontri previsti. “Fino a poco tempo fa c’era una sola dottoressa a gestire le terapie di alcuni bambini ammessi al centro, per gli altri non c’è stata la possibilità di inserimento. Ce ne sono molti in lista dal 2018. Stesso discorso per quanto riguarda la logopedia: il personale non è sufficiente a soddisfare le richieste. Noi famiglie siamo stanchi di queste interruzioni. Chiediamo la continuità terapeutica. Ci vogliono più terapiste. Devono soddisfare tutte le richieste. Mi sento sconfitta. Perché dobbiamo subire tutto questo?”, dice Maria.
(Giorgio Ventricelli - l'Attacco)