E’ stata la stessa impresa, la barese SeleTek srl, a gestire per conto del Comune di San Severo prima e della Provincia di Foggia poi le contestate procedure concorsuali che hanno scatenato diversi sospetti e perplessità alla luce dei vincitori e delle polemiche per anomalie nello svolgimento.
Si tratta di una piccola società di ricerca e selezione del personale nata nel 2014, con capitale sociale pari a 28mila euro. L’amministratore unico è il 44enne ingegnere Francesco Angiola di Acquaviva delle Fonti, l’altra socia (col 5%) è la signora Maria Nettis, classe ’50, dello stesso paese. Nessuna parentela col deputato di Azione Nunzio Angiola, come chiarisce quest’ultimo.
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L’Attacco nelle scorse settimane ha rivelato come parecchi candidati entrati nelle tecnostrutture di San Severo e del Comune di Foggia grazie al concorso svoltosi mesi fa nella città dei campanili siano strettamente collegati alla politica sanseverese: ben tre nipoti del vicesindaco Margiotta, la sorella della deputata M5S Giuliano, la figlia dell’ex sindaco Santarelli, un cugino dell’assessore Carrabba, un parente del consigliere di maggioranza Carafa, la figlia della dipendente comunale Scarlato. Infine, sono entrati nella tecnostruttura sanseverese anche tre ex dipendenti dell’ex impresa concessionaria dei tributi Soget spa.
Era il 2020 quando la giunta Miglio approvò la delibera relativa alla Programmazione del fabbisogno di personale per il triennio 2020/2022. Fu affidato alla Seletek di Bari l’incarico per il supporto allo svolgimento della prova preselettiva, svoltasi a settembre nel Palasport comunale. Poi si arrivò all’elenco dei 100 ammessi alla prova scritta e alla graduatoria della valutazione dei titoli. Infine ci fu l’elenco degli ammessi alla prova orale del concorso. Il bando previde una preselezione a carattere attitudinale e professionale consistente nella compilazione di test a risposta multipla, una prova scritta e una prova orale.
Nei mesi scorsi SeleTek è stata scelta direttamente dall’ente Provincia. Con determina del funzionario Giuseppe Diella, lo scorso 19 ottobre 2021 si spiegò di aver acquisito, il 6 agosto, il preventivo di spesa dalla SeleTek srl per l’affidamento del servizio di gestione delle 4 procedure di selezione pubblica, per un importo complessivo determinato in 23.700 mila, IVA esclusa. Fu avviata sul Mercato Elettronico della P.A., una trattativa diretta con l’impresa per la fornitura del servizio.
A causa del sottodimensionamento di organico, l’ente decise di avvalersi di un’impresa specializzata, che avrebbe dovuto svolgere tale servizio: progettazione dei test in base alle materie stabilite dal bando (“la predisposizione di tre batterie di questionari per consentire l’estrazione delle domande a norma di legge. Ogni questionario dovrà essere stampato, imbustato e sigillato in diverse versioni di stampa. Oltre ai questionari dovrà essere previsto un ulteriore questionario per l’idoneità della prova di inglese e la prova di informatica”); “fornitura e trasporto del necessario materiale cartaceo e di cancelleria; attuazione di misure anti Covid-19; presenza dell’impresa sui luoghi di svolgimento delle prove con un responsabile di progetto senior che avrà anche la funzione di speaker ed un coordinatore del personale, inoltre dovrà essere fornito un numero adeguato di addetti con esperienza da impiegare per le fasi di identificazione e sorveglianza”; “attività di supporto alla commissione per la correzione degli elaborati”; “predisposizione di una piattaforma informatica per l’accesso agli atti da parte dei candidati”.
Una volta divampate le polemiche, SeleTek fece sapere il 29 novembre di aver gestito con le stesse modalità, negli ultimi mesi, la prova selettiva Sanitaservice dell'Asl di Bari (7.653 candidati), tutte le procedure concorsuali dell'Asl di Foggia e del Comune di San Severo, otto procedure per l'Università di Palermo e nove per quella dell'Aquila, e ancora, un concorso per il Comune di Caltanissetta con 9mila candidati, e altre procedure per le Università di Parma, del Salento, il Comune di Pescara, AQP e Ministero della Salute.
Nel momento in cui si scrive non sono ancora noti gli ultimi 3 vincitori, quelli del concorso per amministrativi categoria C, il più contestato. Finora tra 1.974 candidati è emerso l’assoluto predominio dei Monti Dauni, perché ben 5 dei 7 vincitori ad oggi noti sono tre ragazzi di Candela (Rocco Quaglia, Giulia Montemorra e suo cugino Daniele Gelato), il vicesindaco di Orsara Vittorio Cappetta e il figlio della sindaca di Roseto Valfortore Lucilla Parisi, Giuseppe Giannini. Altri candelesi sono idonei non vincitori con ottime chance di essere ripescati in caso di scorrimento delle graduatorie.
Diverse decine di concorsisti hanno nel frattempo deciso di fare ricorso al TAR. Si svolgerà stamattina, alle ore 11.00, la conferenza stampa online sulle presunte irregolarità del concorso per amministrativi C e D. L’avvocato palermitano Francesco Leone interverrà nella diretta Fb insieme a Francesco Strippoli, referente del gruppo di ricorrenti (alcune decine, a quanto pare, al momento). “Le modalità di selezione non hanno garantito l’anonimato dei candidati, con conseguente potenziale lesione dei principi di trasparenza ed imparzialità. Inoltre, la prova di concorso comprendeva, oltre alle materie previste da bando, anche domande di informatica e inglese, con una soglia di idoneità ben più alta dei 21/30”, spiegano. “Nel corso della conferenza stampa, si discuterà anche delle altre stranezze sollevate dalla stampa locale in merito ai profili dei vincitori”. La conferenza stampa si terrà sulla pagina Fb https://www.facebook.com/avv.francescoleone/.
Zone Transition
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L’ipotesi di ricorsi al TAR in un primo momento sembrava non preoccupare affatto l’ente. “Per me non ci sono i requisiti per poter adire con successo il TAR. L’ente ha operato in maniera corretta. L'alternativa sarebbe stata allestire sale informatiche e fornire ciascun candidato di tablet. Avrebbe richiesto una spesa di 80-90mila euro per avere lo stesso risultato che è dato dalla lettura ottica di una scheda cartacea, una modalità che assicura l'anonimato”, affermava a fine novembre a l’Attacco il segretario generale Giacomo Scalzulli. Adesso, stando ai beninformati, i funzionari restano sereni rispetto alla legittimità del proprio operato, ma non escluderebbero più del tutto l’eventualità di una sconfitta al TAR. Qualche funzionario, piuttosto, attribuirebbe, informalmente, all’impresa ogni eventuale responsabilità.