Il parco Campi Diomedei fa ancora parlare di sé. Questa volta è Giuseppe Mainiero, ex consigliere comunale e fondatore del Comitato civico Resto a Foggia, a porre dubbi sui lavori di esecuzione, che non coinciderebbero affatto rispetto al progetto dello staff dell’architetto Efisio Pitzalis, il quale vinse il concorso internazionale di idee bandito nel 2009 dal Comune di Foggia per la riqualificazione dell’area in chiave naturalistica, didattica ed ecosostenibile.
“Quel progetto – sostiene Mainiero - non esiste più. Nulla di tutto ciò che era stato previsto è stato realizzato. Dei sistemi di recupero di acque piovane non c'è traccia: pare infatti che siano stati realizzati pozzi da cui proprio in questi giorni si sta irrigando il prato per consegnare, evidentemente a breve, solo un quarto dell’area. Una pantomima, in sostanza – commenta Mainiero, che poi continua –. Nessuna traccia neppure del sistema di illuminazione solare: hanno passato i fili sotto terra e l'illuminazione si alimenta dalla rete elettrica, cosa che rappresenterà un aggravio per le casse comunali. Non parliamo poi – insiste Mainiero - degli ‘scavi archeologi’ eseguiti da operai agricoli, in difformità con le segnalazioni della società cooperativa di sorveglianza che ha vigilato sui lavori. Ai tempi di Landella accadeva anche questo. Ne ho le prove, avendo fatto, quando ero consigliere comunale, richiesta di accesso agli atti: ci sono pec in cui l’istituto di sorveglianza costituito da esperti archeologi denunciava tale pratica informandone Comune di Foggia e Soprintendenza”.
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“Infine – continua Mainiero – si dovevano realizzare percorsi in terra colorata, ma sono stati costruiti, invece, massetti di cemento, per di più di scarsa qualità, per contenere una ‘discutibile pavimentazione’. Mentre gli alberi piantumati 4 anni fa, quando presero piede i lavori, oggi sono alti non più di un metro e mezzo e non garantiscono un filo d’ombra. Sono stati acquistati degli ‘alberelli’ che, forse, se tutto va bene, garantiranno ristoro tra 20 anni. L'ennesimo scempio, inoltre, è recentissimo – conclude il fondatore di Resto a Foggia –. Hanno divelto un altro tratto di pavimentazione realizzato in terra battuta e definito come una ‘prova’”.
l’Attacco ha effettuato un sopralluogo potendo solo in parte constatare quanto affermato da Mainiero. Un accesso è chiuso, l’altro è vietato ai non addetti ai lavori. Dal cantiere, l’unica informazione che trapela da qualche operaio in pausa è che non ci sarebbe ancora una data certa di consegna. Mentre Ugo Fragassi, titolare della “Montemaggiore srl”, a capo dell’Ati che sta eseguendo i lavori, al momento, pur contattato, non ha inteso fornire nessuna risposta di approfondimento in merito. l’Attacco ha provato, allora, a chiedere conto (anche qui senza alcun successo) di quanto affermato da Mainiero pure al titolare del Rup che appaltò i lavori del progetto esecutivo di Campi Diomedei: “Il dirigente comunale Paolo Affatato”, come ricorda il numero 1 di Resto a Foggia.
Per Mainiero, la non corrispondenza tra il progetto che Pitzalis presentò alla stampa nel 2015 (in concomitanza con la cessione dei suoli da parte della Regione Puglia al Comune) sarebbe imputabile proprio alla stazione appaltante che approvò il progetto esecutivo. “Chi sta decidendo sull’esecuzione dei lavori? Di chi è la scelta di portarli avanti in questo modo? Del Comune o dell’Ati che vi sta lavorando?”, si domanda Mainiero. Che poi lancia un'ulteriore tema di riflessione rispetto ad una presupposta consegna a singhiozzo di lavori i quali, secondo quanto sostiene, alla fine della fiera costeranno quasi 9 milioni di euro (dai 4milioni e 800mila inizialmente stabiliti, ndr) per realizzare “un grande giardino con inutili colline”.
“Il problema è la variante prezzi che ancora non si riesce ad approvare – spiega l’ex consigliere comunale -. Questa ‘pantomima’ di consegnare, suppongo a breve, solo una piccola parte del parco non accontenterà nessuno. Perché evidentemente c’è una richiesta da parte dell’Ati esecutrice di variare i costi in corso d’opera, banalmente anche a ragione della variazione, dal 2018 ad oggi, del prezzo di acquisto della materia prima; oppure per rifare pavimentazioni prima costruite e poi divelte: anche questo ha un costo aggiuntivo”.
Solo per fare un po’ di memoria, dopo la cessione della Regione il Comune pubblicò il bando di gara per i lavori di realizzazione del parco. La gara venne vinta da un raggruppamento di imprese locali con capogruppo la “Montemaggiore srl”. Ma tutto venne rinviato perché la seconda impresa classificata propose ricorso, poi rigettato. Ed i lavori finalmente ebbero inizio il 28 febbraio 2018, come riportava il cartello esposto al cantiere, dove l’ultimazione lavori era prevista per il giorno 6 aprile 2019, con un tempo previsto contrattualmente di circa 14 mesi per terminare le opere. Si mise però ulteriormente di traverso la Soprintendenza Apab della Bat-Foggia che il 30 ottobre 2018 sospese in autotutela l’autorizzazione da essa stessa rilasciata il 25 gennaio dello stesso anno.
Zone Transition
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Finalmente, ad aprile 2019 (un anno dopo) la Soprintendenza autorizzò, con opportune modifiche del progetto, la ripartenza dei lavori del parco urbano e a novembre dello stesso anno l’amministrazione comunale aprì il cantiere ai cittadini e alle scolaresche per la visita agli scavi archeologici, nel frattempo eseguiti. L’ultima determina dirigenziale nota autorizzò il termine per ultimare i lavori alla data del 4 giugno 2021.