E’ stata più volte menzionata su queste colonne, Marilena Marchese, dirigente dell’area infermieristica del Policlinico Riuniti di Foggia, fino a qualche anno fa ignota ai più, poi resa visibile per essere diventata la presidente di commissione di una delle procedure concorsuali più mastodontiche probabilmente di tutta Italia, visto il numero di candidati; ai nastri di partenza erano circa 25 mila gli Oss che hanno partecipato a quello che è stato ribattezzato il concorsone. Non solo, la dirigente è finita agli onori della cronaca per la partecipazione in un concorso per amministrativi di alcune persone con legami di parentela con la donna, su cui si è a lungo discusso.
In particolare venne rilevato che la ditta esterna a cui fu affidata la gestione di alcuni aspetti pratici del concorso per Oss (materiale, conservazione delle buste, organizzazione delle prove, etc) era la stessa dei concorsi in cui erano presenti i familiari di Marchese. Ora, dopo anni, la dirigente ha deciso di rompere il silenzio per chiarire alcuni passaggi delle vicende raccontate da l’Attacco e che sono state rievocate in questi giorni. In una intervista Marilena Marchese espone i suoi argomenti.
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Dottoressa, perché oggi?
Ho pensato che fosse il momento giusto, dopo l’ultimo articolo e qualche incertezza ho preso la mia decisione. In passato non c’è stato modo di farlo innanzitutto per l’impegno totalizzante che ha comportato essere la presidente di commissione del concorsone. Ma penso che ora i tempi siano maturi anche alla luce dei tanti cambiamenti che ci sono e ci saranno ancora in Azienda. E’ bene chiarire la mia posizione, per il principio di totale correttezza, trasparenza e legalità che ha sempre contrassegnato il mio operato in ospedale.
Si è parlato a lungo della presenza di alcuni suoi parenti nelle procedure concorsuali per il reclutamento di amministrativi. Su questo cosa ha da dire?
Innanzitutto vorrei precisare che il numero di persone legate a me da vincolo di parentela presenti oggi in ospedale è inferiore rispetto a quello indicato: una sola persona non tre (tre erano i vincitori di concorso ma un solo posto alla fine è stato effettivamente assegnato, ndr). Detto questo, tengo ad evidenziare che in alcun modo io sono intervenuta direttamente o indirettamente in quella procedura, in nessun modo ho provato ad influenzare il normale corso delle operazioni. Non ho avuto a che fare con quel concorso né ho provato a favorire nessuno. I risultati ottenuti dai candidati sono esclusivamente frutto dello studio e della preparazione degli interessati. Chiarito questo aspetto, mi preme inoltre dire che non trovo giusto che i figli e i familiari dei dipendenti pubblici debbano essere penalizzati solo per il fatto di essere parenti di. Si è detto più volte in casi simili che per ragioni di opportunità sarebbe meglio se queste persone non partecipassero a concorsi pubblici banditi dagli enti per i quali lavorano propri familiari ma io non la penso così: a tutti vanno date le medesime chances.
E sulla ditta esterna cosa risponde? Lei da presidente di commissione avrà certamente avuto rapporti con la stessa, che pure si occupava dei concorsi per amministrativi a cui stavano partecipando i suoi parenti.
Senza ombra di dubbio io mi sono dovuta, giocoforza, interfacciare con gli operatori della ditta in questione, non foss’altro per l’enorme lavoro di organizzazione e preparazione che il concorsone Oss ha richiesto ma questo non vuol dire che abbia interferito con altre procedure. Mai, in nessuna occasione si è parlato di altri concorsi, ad eccezione di quello di mia competenza.
Alcuni hanno contestato il fatto che le fosse attribuito un compito così importante: presiedere la commissione di uno dei concorsi più complessi, essendo “solo” un’infermiera.
Sono orgogliosa e fiera di essere una infermiera, si tratta di una professione nobile che ci mette a stretto contatto con i nostri pazienti. Di loro ci prendiamo cura con impegno e dedizione, tanto da far nascere un rapporto umano ed empatico tra noi e loro. Non c’è niente di più appagante. Ma, a parte questo aspetto, nel mio caso di specie sono una professionista con un alto livello di formazione, sono stata tra le prime in Puglia a conseguire la laurea specialistica, dopo che è diventato obbligatorio il titolo accademico. Da allora non ho mai smesso di formarmi, seguendo corsi e conseguendo altri titoli. Ho fatto e superato regolarmente un concorso che mi ha dato accesso al posto da dirigente che ricopro ora. Non ho avuto sconti o regali, anzi, ho dovuto faticare il doppio, se non il triplo per farmi valere in quanto donna, con tutto quello che significa affrontare le sfide della disparità di genere ancora troppo sono accentuate in questa società. Sono soddisfatta di quello che sono ma più di tutto ho le competenze per essere stata designata presidente di commissione del concorso per Oss. Tanto più che è disposto così dalle leggi e del resto è anche logico, considerato che si tratta di professioni infermieristiche, che solo gli infermieri possono valutare. Aggiungo anche che è stato un impegno sfibrante, sia nelle fasi preliminari che in quelle delle prove. Si iniziava a lavorare la mattina presto e si finiva a tarda sera, senza peraltro avere benefit economici extra. Tutto affinché il concorso fosse espletato nella maniera più corretta. Non solo dal punto di vista formale ma anche sostanziale, ho agito sempre con trasparenza e secondo le leggi e ho cercato di esercitare il più possibile la mia attività di controllo anche sulle numerose sub commissioni nominate per esaminare gli oltre 17 mila candidati. Gli esiti dei tanti ricorsi al Tar promossi dai candidati ci hanno dato peraltro ragione: tutti vinti dall’ospedale.
Eppure questa celebratissima procedura ha subito ritardi, sono stati necessari ripetuti controlli e ricalcoli, si sono pubblicate addirittura quattro graduatorie definitive. In altre parole non è andata benissimo.
Zone Transition
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Posso solo dire che tutta la parte amministrativa del concorso non era di competenza della commissione che ho presieduto la quale era deputata solo alla valutazione dei candidati.