“Appena due giorni fa a Foggia la temperatura dell’aria sfiorava i 40 gradi. Seppur le T indicate dalla termocamera sono imprecise per tanti motivi, la loro differenza è comunque indicativa. Le zone gialle sono quelle più calde e assolate mentre le blu (viola scuro) sono meno calde (all'ombra di un albero).  È evidente che gli alberi diminuiscono l'effetto isola di calore per tutte le 24 ore, il loro contributo a mantenere un clima più fresco in città è evidente (i benefici sono anche economici e non solo ecologici). Gli alberi dissipano il calore mentre il cemento lo accumula e lo restituisce anche di notte”. Questo il post di Maurizio Marrese, presidente del Wwf Foggia, a riguardo dell’importanza del verde urbano proprio per contrastare il clima torrido di questi primi giorni d’estate. Proprio così perché Foggia in questi giorni è stata individuata come una delle città più calde d’Italia e siamo solo al 22 giugno. Come direbbe qualcuno “il bello deve ancora venire”. Proprio in questi giorni sono arrivate in redazione segnalazioni a riguardo della mancanza d’ombra all’interno dei Campi Diomedei di Foggia, uno dei parchi più grandi del Sud Italia da poco riaperto alla cittadinanza che presenta però, pochissima ombra dove tenersi lontani dal solleone. 

Da qualche tempo a questa parte gli organi di informazione locale - fra i quali spicca proprio questo Giornale con i suoi report - evidenziano la inconcludenza dell’attuale amministrazione comunale di Foggia, sottolineando il concetto che la attività di questi signori si è tradotta essenzialmente in sterili fumisterie come proclamarsi alfieri della “legalità” ogni treperquattro, recarsi in visita pastorale in qualche “squola” a fare comizietti o comparsate (magari per parlare ai ragazzotti di mafia, legalità e altro ciarpame retorico, tanto per cambiare), fare selfies e interventi nei circuiti instagram e altre cretinate dello stesso genere di narcisismo semimasturbatorio, insomma fare come nella celebre gag della ragazza nullafacente nel film morettiano “Ecce bombo” per descrivere la sua giornata lavorativa (“nulla di preciso . . . giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio delle cose . . .”) - E questo da sette mesi a questa parte. Alla fine pare che perfino dalle parti di Piemontese&Co si siano abbastanza rotti le scatole di questo girare a vuoto, un qualcosa di inconcludente che finora è riuscita a produrre essenzialmente solo un paio di sagre della prosciuttella in pieno corso cittadino, un concerto di scalmanati e stonatissimi urlatori in Parco San Felice (parolacce comprese) e davvero poco altro, e che peraltro per l’ immediato futuro prometterebbe addirittura peggio: basta vedere il livello degli scalzacani nominati sul campo “artisti” che dovrebbero ammorbare la prossima estate in Foggia, almeno stando al bando di programmazione che è stato pubblicato a inizio giugno, roba da piangere.

Il Learning Sciences Institute dell’Università di Foggia, centro di ricerca coordinato dalla professoressa Giusi Antonia Toto, ordinaria di Didattica e Pedagogia Speciale, delegata del Rettore alla formazione insegnanti e all’orientamento, ha presentato questa mattina due progetti innovativi: Lia (Learning Inclusion Award) e l'evento culturale No book, Non party, organizzato in collaborazione con gli studenti Erasmus.

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